
Sono una Psicoterapeuta. Da anni mi occupo di bambini e genitori, e in particolare di quel delicato momento che è l’arrivo di un bambino. Ho iniziato come assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Pediatria all’interno dell’Ospedale Pediatrico A.Meyer. Quegli anni di lavoro e ricerca presso il Servizio di Gastroenterologia Pediatrica sono stati una preziosa opportunità di conoscere da vicino il funzionamento del bambino, della relazione coi genitori, e come il delicato equilibrio tra salute e malattia si giochi intorno all’universo relazionale.
Venivo così a contatto con bambini malati, alcuni di malattie immaginarie, altri con malattie gravi, a rischio di vita, con i loro genitori e le loro storie. È stata un’esperienza fondante quello che sono oggi professionalmente, ho conosciuto colleghi che mi hanno trasmesso un sapere importante, e medici che mi hanno permesso di stare al loro fianco perché io potessi osservare meglio. Nelle storie di ognuno di quei bambini e delle loro famiglie cercavo sempre “l’inizio”, i mesi della gravidanza, il parto, il loro primo incontro, e ancora una volta sembrava diventare evidente come le situazioni più difficili portavano con sè un inizio difficile, un parto andato male, l’impossibilità di stare a contatto col bambino appena nato, allattamenti disastrosi. Quando ero in grado di condurli a quelle narrazioni, quei genitori sembravano sciogliersi, ritrovare il bandolo della matassa, ed io con loro. Questo accadeva anche quando i figli erano adolescenti, si innescava una sorta di ritorno alle origini. Nelle loro storie trovavo connessioni, alcune con la mia storia, altre con gli studi che facevo. Mi sembrava chiaro: se si arriva al mondo con difficoltà e con dolore anziché con piacere, è tutto più complicato nella vita. Si deve partire da lì.
Ho studiato in particolare il trauma psichico, e come esso si manifesti o si riverberi all’inizio della vita, in una trasmissione transgenerazionale che passa da genitore a figlio. Dalla mia esperienze di parto, il primoin ospedale e gli altri due a casa, ho potuto toccare con mano la straordinaria forza e competenza messe in moto dalla fisiologia quando è rispettata. Ho iniziato così a occuparmi di traumi in gravidanza, traumi da parto, traumi della relazione precoce madre-bambino. E quando tutti gli strumenti della fisiologia fanno fatica ad attivarsi ecco che si può riconoscere traumi su cui lavorare, sempre con “semplici strumenti” relazionali.
Qualsiasi operatore che operi accanto alla madre e ai genitori quando arriva un bambino, può fare molto per aiutarli se è in grado di riconoscere i fattori traumatici, anche nascosti, e se conosce quali strumenti attivare per mitigare il danno.
Così nasce la formazione che offro. Oltre 15 anni di esperienza sul campo con le madri e i neonati. Una formazione rivolta a tutti gli operatori nel campo della salute, e in particolare quella materno-infantile, e che può essere calibrata sulle esigenze specifiche di chi ha desiderio di formarsi. Qui i temi fondamentali della formazione.
Programma
Cosa si intende per trauma perinatale?
Riconoscere il rischio traumatico
Strumenti di prevenzione del trauma perinatale
Comprendere la differenza tra evento traumatico e evento doloroso Neurofisiologia del trauma : cosa accade a madre e bambino e a tutta la famiglia Trasmissione transgenerazionale del trauma. Possibili aspetti traumatici nel concepimento, traumi durante la gravidanza
Il trauma nel parto
Impatto di eventi traumatici nella diade madre-bambino, nella coppia, nella famiglia.
Impatto del trauma nello sviluppo psichico del bambino. Trauma e attaccamento. Elaborazione del trauma nel periodo perinatale: possibilità o necessità evolutiva.
Risorse e strumenti da attivare per facilitare il processo di elaborazione psichica ed emotiva. Come attivare una rete di supporto. Come ripristinare la sacralità del venire al mondo.
Per ulteriori info contattatami o scrivimi qui https://www.costruirelasalute.it/web/index.php/contatti/