Trauma perinatale: alcune indicazioni per riconoscerlo e essere di supporto.

Lavoro come psicoterapeuta nell’ambito del trauma psichico da oltre 15 anni, tra i pazienti che ho seguito e seguo molti con importanti traumi relazionali (maltrattamento e abuso) e anche diversi casi di traumi complessi e/o cumulativi (si intende per trauma cumulativo il sommarsi nel corso della vita di diversi livelli traumatici tra loro).

In questo spazio ha una dedizione particolare il trauma perinatale, che si riferisce a tutti quei traumi che una donna/una coppia/un neonato possono vivere prima durante e dopo la nascita di un bambino. Leggi tutto il post

Educazione al vasino….molto più di una questione di tecniche..

Il mio lavoro di Psicologa è iniziato in un ospedale pediatrico circa 15 anni fa, nel servizio di Gastroenterologia Pediatrica. Oltre a scoprire un mondo difficile, quello delle malattie pediatriche, scoprivo anche tutta una serie di disturbi che si manifestano attraverso il corpo del bambino, ma che in realtà parlano della sua mente, delle sue emozioni, delle sue sofferenze. Incontravo intere famiglie che si arrovellavano a comprendere perché loro figlio si rifiutasse di fare la cacca, o si rifiutasse di farla nel vasino, oppure perché facesse la pipì addosso o in terra, o non volesse salutare il pannolino. Da allora non ho mai smesso di aiutare i genitori a comprendere quante cose comunichi il bambino, ancora prima di poterlo fare con le parole, di quanto noi essere umani siamo in comunicazione profonda e scambiamo memorie di esperienze fin dai primi attimi di vita nel grembo di nostra madre. Leggi tutto il post

Appello di una psicoterapeuta alle e agli insegnanti, Parte II

La scuola è iniziata, abbiamo varcato questi cancelli, luogo della socialità e al contempo della distanza, e sono circolate molte emozioni, sensazioni di angoscia, di perdita, ma anche di desiderio di ritrovarsi e di riprendere ciò che era stato interrotto.

Mi piacerebbe raccogliere dalle e dagli insegnanti che tipo di emozioni hanno provato, cosa hanno sperimentato il primo giorno nel ritrovare i loro alunni in questo modo così diverso..

e mi chiedo se siamo riusciti a soffermarsi su ciò che è successo, a dirci che ci siamo mancati, a chiederci cosa abbiamo provato…. Leggi tutto il post

Appello di una psicoterapeuta alle e agli insegnanti: come accogliere gli alunni in questo difficile rientro. Parte I

A quanti di noi avendo avuto dei figli o essendo stati a contatto con dei bambini sarà capitato la famosa “bua” al ginocchio, alla testa o chissà dove, che con un semplice bacio scompariva? Questo gesto magico ma così prezioso racconta tutto il mondo del bambino e della sua esperienza corporea, un corpo, quello del bambino, che comunica fin dalla nascita tutti i bisogni, da quelli di nutrimento a quelli emotivi e psichici, un corpo che va accolto e compreso per poter pian piano fare emergere i pensieri, le parole, e le emozioni che diventano parole. Quanti bambini e quante famiglie ho aiutato negli anni in cui lavoravo in Ospedale pediatrico e poi nel mio studio professionale nel dare voce a quel corpo, a quei mal di pancia ricorrenti, ai mal di testa, alle difficoltà a fare cacca o pipì..che altro non erano che emozioni non espresse, conflitti non risolti…un mondo, quello del corpo del bambino ma anche dell’adolescente, che non deve spaventare perchè se accolto e compreso può fornire un’ottima rotta per comprendere le parti di sé più difficili da esprimere e crescere in consapevolezza.  Leggi tutto il post

Da Genova 2001 alla Pandemia 2020: un filo sottile da ritrovare

Nel 2001, ai tempi dei fatti di Genova, avevo 22 anni e un figlio di appena tre mesi. Ero, e in parte lo sono ancora, impegnata in quel fermento sociale e culturale che grossolanamente può essere definito “no-global”, in realtà, per molti come per me non c’era nessun NO alla globalizzazione, c’era bensì il desiderio di accogliere un cambiamento inevitabile, iniziato con la diffusione globale del “web world” e la possibilità di mettere in connessione mondi lontani e far circolare informazioni, che spesso significa anche maggior libertà, ma stando ben attenti a intercettarne le criticità. C’era piuttosto la consapevolezza che un mondo fondato sul capitale, sul “più produci, più consumi, più ricchezza c’è” era qualcosa destinato a fallire. Nasceva una nuova consapevolezza ecologica, credo questa fosse la tematica trasversale al movimento, interpretata da alcune parti in forme poco costruttive, aggressive e degeneranti, ma da molti sentita invece come volontà di costruire un futuro a dimensione umana, ora che un certo benessere e una certa quota di diritti e di conoscenze acquisiti iniziavano a rendere possibile una certa visione. Un anno dopo, nel 2002, sarebbe nato il Social Forum Europeo, la prima edizione nella bellissima Firenze, partecipai a molte conferenze e workshop, e da lì nacque la rete dei gruppi d’acquisto sul territorio nazionale, detti il mio nominativo e il mio numero di telefono per quanto riguardava Empoli, mi ritrovai nei mesi successivi a rispondere a tantissime telefonate di concittadini convinti che esistesse un gruppo di acquisto, e io che rispondevo “io ero solo presente al workshop”. In realtà decisi di richiamare le persone che mi avevano contattata e dissi loro “non c’è nessun gruppo d’acquisto ma si potrebbe organizzare”. Così iniziò il primo gruppo d’acquisto ad Empoli. Leggi tutto il post

Costruiamo il futuro a partire dai bambini: come utilizzare quello che abbiamo vissuto

Ora che piano piano tutto riparte l’importante è non dimenticare. Non dimenticare. No, non mi riferisco al virus e ai morti, che certo non dobbiamo dimenticare e ai quali andrebbe data una forma di giustizia, visto il modo in cui se ne sono andati. Mi riferisco ai pensieri, alle emozioni. Dovremmo fare in modo di non dimenticare quello che abbiamo provato, dovremmo continuare a tornare e ritornare alle emozioni che in quei giorni ci hanno abitato, perché questa è l’unica strada attraverso cui poter offrire una opportunità trasformativa di questo strano periodo di pandemia. Ho raccolto molte testimonianze, e posso dire che il confinamento ha prodotto un quantitativo di esperienze emotive, interne e sociali, molto consistente e molto in profondità, come ho cercato di raccontare in qualche mio precedente articolo, si sono create delle sorti di “visioni” verso la propria realtà interna (scoprire il rapporto coi propri figli, il piacere dell’intimità, il sentire estraneo chi ci sta intorno ecc..) e verso il pianeta (l’importanza del silenzio, della calma, del tempo vuoto, dell’inquinamento). Non tutto è stato negativo. Se ci è piaciuto il silenzio e l’aria tersa, impegnamoci realmente ad andare più a piedi o in bicicletta. Se ci siamo accorti che di molte cose ne abbiamo fatto a meno, continuiamo a vivere in economia. Leggi tutto il post

Formazione sul trauma perinatale

Sono una Psicoterapeuta. Da anni mi occupo di bambini e genitori, e in particolare di quel delicato momento che è l’arrivo di un bambino. Ho iniziato come assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Pediatria all’interno dell’Ospedale Pediatrico A.Meyer. Quegli anni di lavoro e ricerca presso il Servizio di Gastroenterologia Pediatrica sono stati una preziosa opportunità di conoscere da vicino il funzionamento del bambino, della relazione coi genitori, e come il delicato equilibrio tra salute e malattia si giochi intorno all’universo relazionale. Leggi tutto il post

Didattica a distanza: come usare bene o meno uno strumento.

Molto si sta dicendo sulla didattica a distanza, e molte, e molto diverse tra loro, sono le testimonianze che arrivano su questa esperienza. Come sempre sono le persone a fare la differenza, come sempre uno strumento può essere un’opportunità o un danno. Una cosa è certa tutti usiamo i media e la tecnologia, soprattutto quando non possiamo fare di persona. Pensiamo agli innamorati…che splendido strumento internet è per loro per poter comunicare a distanza, quando non possono vedersi o quando desiderano condividere un tramonto! Perché dovremmo pensare che bambini e ragazzi non abbiano bisogno di usare questo strumento in questo momento? Forse perché pensiamo che scuola e ragazzi non siano poi così innamorati… Leggi tutto il post

Bambini e Coronavirus: Considerazioni psicologiche

In questo momento di straordinarie condizioni di vita dovute all’emergenza sanitaria anche i bambini fanno parte del grande “gioco” a cui siamo chiamati; ma quali accortezze, conseguenze e riflessioni sono necessarie per proteggere la loro salute psichica ed emotiva oltre che fisica?

Andiamo per gradi.

Noi adulti che siamo a contatto con loro, con il nostro modo di vivere e reagire siamo il primo fattore di protezione o viceversa di esposizione a stress emotivo. Come noi viviamo e attraversiamo questi giorni è di fondamentale importanza. Leggi tutto il post