“Accogliere un figlio significa soprattutto aprirsi al cambiamento,
creare uno spazio dentro e fuori di sé volto all’ascolto e alla fiducia…
Ogni genitore disposto ad aprire tale spazio, talvolta doloroso,
sarà un genitore capace di amare, di accudire e di crescere
in salute il proprio figlio.”
COSA SIGNIFICA “CONCEPIMENTO CONSAPEVOLE”
L’impulso più forte a vivere e crescere in salute è dato senz’altro dall’essere concepiti nel desiderio e nella consapevolezza, dall’aver ricevuto questo “invito” alla vita.
È fondamentale aprire la coscienza a questa dimensione anche per chi non si accinge o non ha intenzione di avere un figlio, perché ognuno di noi un giorno è stato concepito, e quel momento lo ha impresso nella propria carne, e influenza parte dell’ “attitudine alla vita”.
Oggi sappiamo che la condizione fisica, psichica ed emotiva della coppia al momento del concepimento influenza il potenziale di salute del bambino.
Concepire un figlio con consapevolezza non significa “semplicemente” volere un figlio, né tanto meno scegliere modi e tempi per averlo. Concepire con consapevolezza non ha a che fare con preparare camere, camerette e liste di nascita, né col pianificare ogni passo futuro. Bensì concepire consapevolmente vuol dire aprirsi o almeno iniziare ad aprirsi all’amore, all’imprevisto, al lasciarsi attraversare, all’essere disposti ad abbandonare o mettere in discussione le proprie convinzioni, e soprattutto avviare un processo di consapevolezza emotiva. Un figlio è una splendida rivoluzione che può farci cambiare coordinate e punti di riferimento. Ecco perché sempre più spesso accade che, nonostante non vi siano impedimenti fisici, molte coppie hanno difficoltà ad avere figli, perché oggi è l’era delle certezze, dei programmi, del controllo (o per meglio dire dell’illusione del controllo) di ciò che accade come conferma della propria autoaffermazione. Oggi molte coppie cercano innanzitutto la stabilità economica e lavorativa, magari si impegnano in un mutuo per avere una casa di proprietà e quando ritengono che tutto sia a posto e sistemato pensano che allora sia giunto il momento di avere un figlio. Apparentemente può non esserci niente da controbattere in un comportamento del genere, ha la sua importanza avere una certa stabilità e del denaro su cui contare. Predisporre un ambiente idoneo e sicuro anche sul piano pratico è un tassello importante del divenire genitori. Ma credo che non sia sufficiente. Intendo dire che la condizione ottimale per accogliere un figlio in salute è che la madre abbia molto tempo da dedicare a se stessa durante la gravidanza e molto tempo da dedicare a se stessa e al figlio quando nascerà. Lo stesso vale per il padre. Insomma da un punto di vista sociale la coppia dovrebbe essere organizzata in modo tale da poter disporre di una certa elasticità nelle scelte, da poter raddrizzare il tiro rispetto agli impegni lavorativi e sociali a favore delle proprie esigenze e di quelle del bambino. Ciò ovviamente non dipende esclusivamente dalle scelte della madre o della coppia, il nostro sistema sociale non è pensato a favore e a tutela delle vite future, non è al fianco delle donne e delle coppie nella crescita dei figli, e crea spesso delle morse all’interno delle quali è difficile scegliere e agire in piena libertà. Oggi però credo che ciò che è richiesto alla coppia che vuole concepire con profonda consapevolezza un figlio sia un atto di grande responsabilità, coraggio e determinazione, ossia andare aldilà del modello proposto e perseguire piuttosto una certa stabilità emotiva (che vuol dire un’emotività pronta a farsi mettere in subbuglio!) che permetta di creare intorno alla creatura in crescita una certa calma, un grande quantitativo di tempo, e la possibilità di allattarlo a lungo e accudirlo amorevolmente. Ovvero la grande sfida di lasciarsi trasportare. Questa condizione fornisce le basi fondamentali per lo sviluppo della salute, l’accudimento amorevole e la presenza fisica ed emotiva sono un nutrimento necessario per il bambino al pari di proteine e carboidrati.
Ingredienti fondamentali per un concepimento consapevole inteso come avvio di un processo virtuoso di salute sono
- Una vita sessuale di coppia appagante, che dia all’accoppiamento il suo valore sacro. Jung affermava che l’energia sessuale della coppia al momento del concepimento, ovvero quanto i genitori si desiderino e siano passionalmente uniti in quel momento, sia un elemento che influenzi il temperamento del nascituro (più forte se la passione è forte, più debole se la passione è più debole). Oggi anche l’epigenetica ci dice che ci sono forti correlazioni tra la condizione dei genitori al concepimento e la salute del bambino.
- Avere cura dell’alimentazione della coppia almeno 9 mesi prima del concepimento, con una grande abbondanza di cibi ricchi di omega3, principalmente fornito dal pesce azzurro tipo sardine.
- Avere cura della salute della coppia in particolare i nove mesi prima del concepimento. Interessarsi alla propria salute dal momento in cui si resta incinta con esami e indagini può avere addirittura controindicazioni se si pensa che aumenta enormemente l’ansia e la preoccupazione nella futura madre, diventando per tanto un elemento di disturbo per la crescita del bambino, se la coppia ha dei dubbi precisi sul proprio stato di salute o sull’erediterietà genetica, può sottoporsi a indagini prima di concepire un figlio (ben consapevoli però che il “corredo genetico” ci dice ben poco di ciò che sarà la reale espressione dei geni, che oggi sappiamo essere largamente influenzata da fattori ambientali)
- Attivare un proprio lavoro interiore di scoperta e ascolto delle proprie emozioni, dei propri pensieri e delle proprie aspettative, con particolare riferimento alla propria vita primale ( il periodo primale è stato definito da Michel Odent come quel periodo che va dal concepimento al primo anno di vita). Ciò che abbiamo vissuto nel periodo primale infatti può influenzare anche inconsapevolmente il nostro modo di essere e la nostra salute al momento in cui diventiamo genitori e riviviamo il periodo primale attraverso nostro figlio. Un aiuto nella scoperta del proprio periodo primale può venire dal chiedere direttamente ai propri genitori informazioni a riguardo : sapere come è avvenuto il concepimento ( desiderato o no e in che circostanze), ricevere informazioni sulla salute di nostra madre in gravidanza, su come è avvenuta la nascita e su come sono stati i nostri primi anni di vita ( allattamento al seno o artificiale, quali difficoltà ha incontrato nostra madre, se è stata sola, quanto e come era presente nostro padre, malattie di cui abbiamo sofferto). Non dimenticare che aldilà delle testimonianze queste informazioni sono impresse nella nostra memoria somatica e possiamo in qualsiasi momento avere accesso a loro, talvolta in modi inconsapevoli.
- Circondarsi di un clima e di un ambiente confortevoli e d’amore. Pensare a come creare uno spazio adeguato al bambino in arrivo in termini di tempo da dedicargli e di salute ambientale (contatto col verde, persone che possono aiutarci nel percorso genitoriale ecc..), creando una rete di supporto e condivisione intorno a noi vicina alle nostre esigenze e al nostro modo di sentire. Una coppia “sola” oggi fa una grande difficoltà ad affrontare le sfide della genitorialità
- Accogliere paure, dubbi, angosce e incertezze come occasione di approfondimento e di crescita e non come spauracchi da eliminare. Possiamo arrivare a danzare sulle nostre paure.