Come abbiamo visto nella descrizione dell’apprendimento, se parliamo di disturbi dell’apprendimento, parliamo sempre di disturbi specifici, ovvero nella scrittura, nella lettura, nel calcolo ecc.. Non vi possono essere disturbi generici, perché ogni individuo naturalmente apprende fin dall’inizio della vita nelle più svariate forme che l’esistenza pone. Si può parlare di disturbi aspecifici perché connessi ad aspetti emotivo-relazionali. Si parla di disturbi “specifici” perché riguardano alcune abilità specifiche.
Secondo la DEFINIZIONE presente nell’ICD-10 dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nei bambini che presentano disturbi dell’apprendimento risultano compromesse abilità fondamentali come ascoltare, parlare, leggere, esprimersi adeguatamente e correttamente per iscritto, o svolgere calcoli matematici. In particolare, i disturbi dell’apprendimento si distinguono in specifici o aspecifici a seconda che siano associati o meno a particolari difficoltà negli apprendimenti scolastici: i DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO comprendono i disturbi legati all’apprendimento della lettura (la dislessia evolutiva e il disturbo specifico di comprensione), della scrittura (la disgrafia evolutiva e la disortografia) e dell’aritmetica (discalculia evolutiva e difficoltà di risoluzione dei problemi); quelli aspecifici includono disturbi legati a problematiche più generali, quali le difficoltà visuo-spaziali, le problematiche legate all’aspetto emotivo-relazionale e alla scarsa coordinazione motoria.
È importante effettuare bene una diagnosi e differenziarla dalle problematiche emotive-relazionali in quanto queste ultime consentono un lavoro effettivo di recupero delle capacità di apprendimento, se si lavora sull’ambiente di apprendimento del bambino, mentre nel caso dei disturbi specifici ci si riferisce a condizione patologica su base organica geneticamente determinata, espressione di una disfunzione cerebrale. Non si può quindi cambiare alla base il disturbo ma si può intervenire con strumenti e modalità che facilitino comunque l’apprendimento del bambino, che può essere quindi un bambino competente. I disturbi specifici dell’apprendimento sono:
• DISLESSIA. È una disabilità dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale”.
• DISORTOGRAFIA è un disturbo specifico dell’apprendimento che interessa la scrittura, non correlato a deficit sensoriali, motori o neurologici.
Chi soffre di disortografia non rispetta le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto, non è in grado di tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici. I sintomi della disortografia possono essere omissioni di grafemi o parti di parola (es. pote per ponte o camica per camicia), sostituzioni di grafemi (es. vaccia per faccia; parde per parte), inversioni di grafemi (es. il per li; spicologia per psicologia).
La disortografia può derivare da una difficoltà di linguaggio, da scarse capacità di percezione visiva e uditiva, da un’organizzazione spazio-temporale non ancora sufficientemente acquisita, da un processo lento nella simbolizzazione grafica.
La disortografia solitamente si associa a difficoltà di linguaggio, scarse capacità di percezione e discriminazione visiva e uditiva, organizzazione e integrazione spazio-temporale non ancora acquisita, processo lento nella simbolizzazione grafica, dominanza laterale non adeguatamente acquisita.
• DISCALCULIA Può essere definita come un disturbo delle abilità numeriche e aritmentiche, che si sviluppa in bambini privi di deficit cognitivi o neurologici. Si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche.
• DISGRAFIA è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), non dovuto a deficit intellettivi o neurologici. Si tratta di una difficoltà della scrittura, in particolare nella riproduzione di segni alfabetici e numerici.
La disgrafia emerge nei bambini quando la scrittura inizia la sua fase di personalizzazione, indicativamente intorno alla terza elementare. Viene individuato solitamente dagli insegnanti in quanto si manifesta con scarsa leggibilità della scrittura, lentezza e stentatezza, disorganizzazione delle forme e degli spazi grafici, scarso controllo del gesto, confusione e disarmonia, rigidità ed eccessiva accuratezza, difficoltà nell’atto scrittorio in presenza di crampi o dolori muscolari.
La disgrafia tende a peggiorare nel tempo se non viene individuata e incide negativamente sul rendimento scolastico, portando il bambino che ne è affetto a scoraggiarsi e demotivarsi
• DISPRASSIA Disturbo Specifico dell’apprendimento, che riguarda la coordinazione e il movimento e che può comportare problemi con il linguaggio. Si configura come incapacità a compiere movimento volontari coordinati sequenzialmente in funzione di un preciso scopo.
Uno degli esempi classici è la difficoltà ad allacciarsi le stringhe delle scarpe. Spesso i bambini disprassici faticano a mettere in ordine le varie fasi di un racconto, altre volte presentano problemi di manualità che si traducono in problemi ortografici, oppure problemi relativi al movimento oculare.