LA CURA DEL TRAUMA PSICHICO

I traumi psichici sono spesso fonte di una sofferenza non riconosciuta. L’approccio alla cura del trauma psichico si è solitamente concentrato sul mettere a fuoco un “evento” che di per sé può essere visto come traumatico, o sul mettere a fuoco le risorse e le difese dell’individuo rispetto a ciò che gli si presenta davanti.
I due approcci hanno determinato per lo più due modalità di “curare” il trauma. Cerco di descrivere i due approcci in maniera grossolana, ma con l’intento divulgativo di rendere più chiare le differenze. Nel primo caso l’attenzione sull’evento ha fatto sì che si cercasse cosa, quale evento, avesse scatenato la sofferenza della persona. Rientrano in questo ambito ad esempio anche le tecniche regressive, in cui si cercano i contenuti dolorosi, secondo il principio che una volta riportati alla coscienza tali contenuti consentono di per sé l’avvio di una guarigione.
Nel secondo approccio, cui fanno capo numerose scuole di pensiero e tecniche cliniche, si tende a non dare troppo valore all’evento in sé ma a concentrarsi sulle difese e/o risorse messe in atto dalla persone che possono rendere meno facile l’adattamento alla realtà. Si cerca pertanto di lavorare sul cambio di strategie di reazione e di modalità di comportamento.
Attualmente però la clinica del trauma grazie all’integrazione tra loro di diverse dimensioni, tra cui la neurofisiologia della mente, ha portato a una visione più complessa sia dell’individuazione che della cura di ciò che è traumatico.
Il trauma quello che lascia una traccia nella persona e inficia nel lungo termine il suo funzionamento solitamente è qualcosa che avviene dentro a una relazione